Il grande iato fra Chiesa e mondo moderno

Il grande iato fra Chiesa e mondo moderno

Sempre più si assiste in questo periodo che stiamo viviendo a uno scollamento fra la realtà che presenta la Chiesa e il mondo che la circonda. Difatto, nell’Occidente cristiano sembra che il fenomeno religioso istituzionale vada di male in peggio. Il cristianesimo trasmesso dai suoi fedeli non sembra attrarre più come una volta, perché parla un linguaggio e usa delle categorie che sono, dire, incomprensibili per l’uomo del XXI secolo.

Peccato, salvezza, giustificazione, Dio, preghiera ed una lista ancor più lunga di concetti ed idee non riescono a trasmettere quell’attrazione di un tempo, perché si son mantenuti immutati nei secoli mentre la mentalità dell’uomo moderno ha cambiato. Lo stesso accade nella liturgia. Certi aspetti a mio avviso sono da abbandonare e poco aiutano a mostrare la forza liberatrice del Vangelo di Cristo.

A volte si assiste a tanta pompa e a tanto protocolo che era perfetto nel medioevo ma che, sfortunatamente, si é mantenuto fino ad oggi. Un esempio? Ancora si usa porre e togliere lo zucchetto dal capo del Vescovo o alzargli la dalmatica quando deve sedersi, come altre azioni volte a servirlo. A che giova tutta quest’aria di sacralità? E quanti sanno a che serve lo zucchetto, la dalmatica o la mitra? No rischia, la nostra liturgia, di essere piena di segni simboli che già son vuoti perché non comunicano più ció che precedentemente aver valore?

A volte ho l’impressione che la nostra comunità cristiana (chiesa) si sia trasformata in un museo, pieno di reliquie che ricordano i fasti di un tempo antico. Sembra far molta fatica ad aggiornarsi, a snellirsi di tanti orpelli del passato ed acquisire quegli strumenti necessari per essere anche oggi portatrice della luce di Cristo.

Ma molti sono gli amanti dell’antico i quali pensano che, cambiare significa adulterare la fede. E ci attacchiamo a certe tradizioni, riti, teologie, come se fossero ancore di salvezza, senza renderci conto che, probabilmente, sono queste ancore che abbiamo bisogno di abbandonare, per liberare la Chiesa da certi pesi che la invecchiano e sfigurano la sua autentica identità, essere cioè, trasparenza di Cristo.

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