Il giorno del Signore – XXXII Domenica T.O. Anno C

Il giorno del Signore – XXXII Domenica T.O. Anno C

Il giorno del Signore: il messaggio escatologico nella Bibbia

Leggendo la prima lettura e il Vangelo di questa domenica, non possiamo non cogliere il forte messaggio escatologico che questi testi trasmettono: sia Malachia che Luca parlano di un giorno del Signore che verrà e in cui tutto troverà il suo giusto ordine, mostrando cosí la sovranità di Dio e il suo progetto di bene che va molto più in là di tanti piccoli progetti mal programmati e realizzati sulla base di interessi di una parte.

È molto probabile, allora, che il movimento di Gesù, fin dalle sue origini, attendesse l’arrivo quasi immediato di quel «giorno del Signore«, nella convinzione che Dio avrebbe agito con la sua potenza direttamente nella storia di Israele, perché Egli è fedele alla sua promessa e al suo patto fatto con il suo popolo.

Il giorno del Signore e l’attesa nelle prime comunità cristiane

Gli evangelisti ci raccontano questo ambiente di attesa, perché ci mostrano un Gesù che a volte parla di questo avvento vicino (ad esempio nella parabola delle vergini stolte e intelligenti o nel Padre nostro: “venga il tuo Regno”). Anche lo stesso San Paolo era convinto que il giorno del Signore era “dietro l’angolo», qualcosa che mostra che le prime comunità aspettassero un cambiamento radicale, anche se nessuno conosceva né l’ora né il giorno.

Luca stesso raccoglie questa tensione che si respirava nella sua comunità e lo fa in questa parte del suo Vangelo che ricordiamo in questa domenica. Ci sono diversi elementi che confermano quanto detto finora:

  1. la domanda dei discepoli al maestro (“quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno?”);
  2. la risposta di quest’ultimo, avvertendoli di non farsi ingannare da falsi maestri che annunciano il momento esatto, spacciandosi per uomini di Dio;
  3. Infine, tutti i segni che devono avvenire prima che si manifesti il ​​giorno del Signore (guerre, malattie, cataclismi, persecuzioni…).

Il giorno del Signore e il nostro atteggiamento

Allora quale deve essere la risposta dei discepoli? Forse scoraggiamento, disperazione, fuga o la violenza? No, piuttosto deve essere la responsabilità: «Avrete allora occasione di dare testimonianza».

Su quale pilastro deve fondarsi questa risposta dei discepoli? Sulla fiducia, sull’amore e sulla pace interiore, perché “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”.

La responsabilità

Per quanto riguarda la responsabilità, essa è la capacità di rispondere, di testimoniare i nostri valori, i nostri ideali, il nostro essere cristiani. Ciò significa che è necessario impegnarsi per un mondo più onesto, più inclusivo, più giusto, dove diminuiscono povertà, fame, violenza, indifferenza, disprezzo per la diversità. Nuovi cieli e nuova terra non possono servire da scusa per pensare che tutto passa e che il Signore provvederà. Qui non c’è nessuno che provveda nel ruolo di «Deus ex machina», ma siamo noi che dobbiamo rimboccarci le maniche per rendere questo mondo un luogo abitabile e bello.

Nessuno può farci del male

D’altra parte, questa responsabilità va vissuta nella fiducia che nessuno può farci davvero del male. Non voglio dire che non ci sia sofferenza fisica o morale, certo che c’è. Tuttavia, più mi aggrappo a questa vita, ai miei desideri, ai miei progetti, ai miei beni, e nella misura in cui tutto questo comincia ad essere un elemento per affermarmi e sentirmi autosufficiente, allora sarà molto facile che chiunque possa minacciare la mia sopravvivenza si trasformerà in un nemico da cui difendersi, provocando dinamiche di dominio, violenza, paura, sfiducia.

Abbandonare per amare

Tuttavia, nella misura in cui comincio a lasciar andare questi ormeggi, ad abbandonare l’idea che quello che ho è mio e va difeso a tutti i costi, a non guardare con diffidenza l’altro o a colui che mi ha offeso con rancore e sete di vendetta, la mia vita può cominciare a cambiare. Se smetto di identificarmi con ciò che ho e con ciò che penso di me stesso, capendo che sono più di tutto ciò, allora la mia vita potrà più facilmente riempirsi di abbondanza, di compassione, d’amore e di pace interiore.

La strada non è affatto facile. Nessuno ci ha detto che essere veramente umani è un compito facile e del resto anche per me il cammino è difficile. Ma credo che sia l’unico modo per rendere la nostra vita un’opera d’arte, partecipando a dare un po’ più di colore e sapore a questo viaggio che, in compagnia e nell’amore, è molto più bello da realizzare.

Ml 3,19-20a: Sorgerà per voi il sole di giustizia.

Sal 97: R/.  Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

2 Ts 3,7-2: Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Lc 21,5-19: Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

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